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sabato 20 giugno 2020

Francia: il "Grand siècle" (Enrico IV, Luigi XIII, Luigi XIV)



L'espressione "Grand siècle" (grande secolo) fu, con ogni probabilità, coniata a posteriori dal filosofo Voltaire, il quale indicò  per quali motivi un periodo storico poteva essere così definito: il progresso delle arti, l'accumularsi delle conoscenze scientifiche in tutti i campi, la prosperità economica. 

Se all'inizio questa espressione fu utilizzata fondamentalmente per individuare il periodo durante il quale la Francia fu governata da Luigi XIV, gli storici odierni preferiscono partire dall'Editto di Nantes, firmato da  Enrico IV nel 1598, includere il periodo in cui la francia fu governata da Luigi XIII (1610-1643) e concludere il Grand siècle con il lungo regno di Luigi XIV (1643-1715).  
Dal punto di vista religioso il grande evento fu dunque l'Editto di Nantes, emanato nel 1598, che pose fine alle lotte fra cattolici e ugonotti che avevano per decenni insanguinato la Francia, mentre dal punto di vista sociale ed economico  Enrico IV combattè contro il conservatorismo e gli atteggiamenti parassitari della nobiltà tradizionalista.
Luigi XIII, come si è detto,  governò dal 1610 al 1643, anche se, essendo stato incoronato giovanissimo, durante i primi anni di regno la reggenza fu affidata alla madre Maria de' Medici. Negli anni successivi, insieme al primo ministro Richelieu, Luigi XIII rinforzò il potere reale aumentando la centralizzazione dell'organizzazione statale e frenando contemporaneamente l'autonomia degli aristocratici e quella dei protestanti. 
Su questa strada Luigi XIV proseguì con convinzione ancora maggiore. Validamente consigliato dal primo ministro Colbert, il "Re Sole" gettò le fondamenta di uno stato moderno, curando anche l'efficace organizzazione della vita economica. Perseguendo un modello già determinato, Luigi XIV imbrigliò i nobili riducendoli sempre più a comparse la cui presenza era richiesta durante le frequenti e solenni cerimonie, ma i cui poteri effettivi erano sempre minori. Di fatto, essendo costretti a vivere a corte e dovendo essere presenti alle frequenti e fastose cerimonie, gli aristocratici persero quasi tutti i contatti con i loro feudi e quindi ogni possibilità di influenzare le decisioni di governo. Grazie all'opera del ministro Colbert, Luigi XIV poté stimolare l'espansione delle industrie e dei commerci, rendendo contemporaneamente
sempre più redditizi i rapporti con le colonie. 


domenica 31 maggio 2020

La giornata di Luigi XIV (il "Re Sole")

Prima del 1682, il palazzo in cui risiedeva il re di Francia era quello del Louvre, in pieno centro di Parigi, mentre ogni aristocratico disponeva di una propria residenza. 
Luigi XIV ordinò la costruzione di una nuova amplissima sede reale situata a Versailles,  un borgo di circa 6.000 abitanti, situato a circa 25 km di distanza dalla capitale. Lo scopo che il sovrano si prefiggeva era quello di allontanare i nobili dai loro feudi, obbligarli ad abitare nello stesso luogo e quindi tenerli più facilmente sotto controllo. 
Gli edifici della nuova reggia occupano più di 60mila metri quadrati, i laghetti e gli spazi verdi destinati alle passeggiate degli aristocratici ma anche all'irrinunciabile passatempo della caccia si estendono su circa 8mila ettari. Ogni giorno i membri della corte sono obbligati a partecipare insieme al sovrano alle iniziative in programma giorno per giorno, dalle cavalcate alle escursioni in barca sugli specchi d'acqua. 
Scriveva il filosofo Henri de Saint Simon, a proposito della giornata di Luigi XIV:   "Con un calendario e un orologio si poteva dire con esattezza, anche stando a decine di chilometri di distanza, che cosa facesse il re in quel momento".
Il re veniva svegliato alle 8.30 in punto dal Primo Cameriere Personale. Gli ufficiali di camera lo vestivano. Si passava alla colazione, cui assistevano circa cento persone severamente selezionate per godere dello spettacolo.  Alle 10 era prevista la messa. 
Perché Parquet - doser
Versailles: la galleria degli specchi
Nella Galleria degli specchi si formava un corteo di aristocratici. Nella cappella di Versailles si svolgeva la funzione religiosa. Verso le 11 Luigi XIV assisteva alle riunioni ristrette dei ministri, alla fine delle quali egli comunicava le sue decisioni.
Alle 13 era previsto il pranzo, al quale assistevano tutti i membri della corte. Nel pomeriggio, sempre accompagnato dai cortigiani e dalle dame di corte, il re passeggiava nell'immenso parco di Versailles o si dedicava alla caccia. Verso le 18, nuova riunione con gli alti funzionari.
Alle 22 era prevista la cena solenne, che si svolgeva su una sorta di palcoscenico, di fronte a un folto pubblico. Numerose erano le portate, ma il re si limitava ad assaggiare qualche boccone di ognuna di esse.  Alle 23.30, sempre con la partecipazione di cortigiani e valletti, il sovrano si coricava.
La vita del re era di fatto un ininterrotto spettacolo. Questa  scelta lo condannava a poter godere di pochi momenti di effettiva riservatezza ma al tempo stesso lo poneva su un piedestallo, trasformandolo  in una sorta di divinità onnipresente e onnisciente. 
Mentre Luigi XIV visse fino a 77 anni,  i suoi sei figli legittimi morirono tutti prima lui, e lo stesso accadde a nove dei suoi sedici figli illegittimi.
Il trono passò al pronipote duca d'Angiò. che assunse il nome di Luigi XV.