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domenica 23 maggio 2021

Democrito: il comportamento degli esseri umani

 




1) Astieniti dalle colpe non per paura ma perché si deve.

2) La felicità non consiste negli armenti e neppure nell’oro; l’anima è la dimora della nostra sorte.

3) Gli uomini invocano la salute dagli dei con le preghiere, e non sanno che essa è in loro potere; ma siccome per intemperanza operano contro di essa, sono essi stessi che tradiscono la propria salute a causa delle passioni.

4) Le bramosie violente per certe cose accecano l'anima riguardo tutto il resto.

5) Saggio è colui che non si cruccia per le cose che non ha, ma gode di quelle che ha.

6)  Se non c'è intelligenza, la bellezza del corpo è una dote da animale,

7) Non è degno di vivere colui che non ha neppure un solo buon amico.

8) L'amicizia di uno solo, che sia intelligente, val più di quella di tutti gli altri presi insieme.

10) Ogni paese della Terra è aperto all'uomo saggio: perché la patria dell'animo virtuoso è l'intero universo.

11) L'aver desideri smoderati è da fanciullo, non da uomo.

12) Chi cede sempre davanti al denaro, non sarà mai uomo giusto.

13) Si deve essere veraci, non loquaci.

14) Chi preferisce i beni dell'anima sceglie ciò che ha pregio più divino; chi preferisce quelli del corpo, sceglie beni umani.

15) La perfezione dell'anima fa scomparire la deformità del fisico, mentre la forza del corpo scompagnata dal raziocino non rende affatto migliore l'anima.

sabato 20 marzo 2021

Nietzsche a Torino

 


 A Torino, in Piazza Carlo Alberto, sul muro di un vecchio, elegante edificio si trova questa lapide sulla quale si legge:

IN QUESTA CASA

FEDERICO NIETZSCHE

CONOBBE LA PIENEZZA DELLO SPIRITO

CHE TENTA L'IGNOTO

LA VOLONTA' DI DOMINIO

CHE SUSCITA L'EROE

QUI

AD ATTESTARE L'ALTO DESTINO

E IL GENIO

SCRISSE "ECCE HOMO"

LIBRO DELLA SUA  VITA

A  RICORDO

DELLE ORE CREATRICI

PRIMAVERA AUTUNNO 1888

NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

LA CITTA' DI TORINO

POSE

15 OTTOBRE 1944  A.  XXII  E.F.


La biografia di Nietzsche ci descrive una personalità tormentata. Egli vuole ampliare senza sosta le sue conoscenze, è diviso fra l'amore per la musica e quello per la filologia classica (che lo conduce ad approfondire l'analisi delle opere di Platone), ma anche desideroso di conoscere da vicino gli eventi storici. Titolare a Basilea di una cattedra di lingua e letteratura greca, durante la guerra franco-prussiana del 1870 si arruola come infermiere volontario ed esce sconvolto da quella pur breve esperienza, viaggia in Italia e in Svizzera, in Francia subisce una dolorosa delusione amorosa, nel 1888 approda infine a Torino, città che egli apprezza particolarmente, nella quale è colpito da una grave crisi di follia (è oggi oggetto di discussione fra gli studiosi il fatto che tale crisi sia stata scatenata dall'aver assistito al violento maltrattamento di un cavallo da parte di un cocchiere). Dalla fine del 1888, comunque, Nietzsche non è più in grado di controllare i propri comportamenti  e viene ricoverato in varie cliniche psichiatriche situate  in Svizzera e in Germania. Progressivamente perde la capacità di muoversi e di esprimersi. Muore a Weimar nel 1900.